lunedì 22 ottobre 2007

Altro sfogo, altra sfig@.

Una cosa particolare - e spiacevole - che mi capita quando studio diritto e' il fare associazione mentale tra quello che leggo e le mie vicende quotidiane. Piu' o meno, dai.
Mi spiego con un esempio. Al momento studio procedura civile e quando leggo di sentenza, o di ordinananza o di impugnazione penso a come sarebbero potute andare le cose se avessimo affrontato quegli stron#i della kirby di una citta' che chiameremo per convenizione Busto A.
Ed e' davvero una sofferenza cercare di concentrarsi su discipline ed articoli con la mente che vola alla loro applicazione nei confronti di quelle merd3 che fanno lavorare la gente per poco tempo, diciamo un mese part time ad esempio, senza mai definire un contratto per poi dire - da un giorno all'altro - di non presentarsi il giorno dopo (e che saranno richiamati!) che non pagano il conquibus stabilito e rispondono alle mail - fino a quando rispondono - di aspettare qualche tempo che e'unmomentodifficile, dopo aver fatto passare ai malcapitati presunti futuri dipendenti delle ore a telefonare per rompere i cogli0ni al prossimo per provare un fantomatico robottino pulitore o per dare l'opportunita' di diventare loro stessi precari ballbreaker, in outbound.
Mia moglie ha accettato di fargli vertenza sindacale, per la quale non si sono presentati alla conciliazione al dipartimento del lavoro, ma non ha voluto inoltrarsi in un processo per qualche centinaio di euro. Vaffanc#ulo a loro.
Quello che mi rimane, come dicevo, e' il pensiero che torna: e per la seconda volta considerando l'esame passato in Gennaio di diritto del lavoro.
'Caccia la mignott@ che fastidio. Cosi' non riesco a seppellire la faccenda nemmeno io.
Poi si sono aggiunte le vicende con il commercialista, che ha deciso che il dentista glielo devo pagare io anche quest'anno, nonostante la mia societa' non esista piu' dall'Aprile del 2006.
E ma cosi' non si puo' andare avanti. Ho bisogno di studiare diritto senza pensare ai miei di diritti e a chi li calpesta: questo sfogo spero possa rappresentare il primo passo verso una soluzione che sembra essere ancora lontana.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E sì...mi sa che così non puoi andare avanti...scherzi a parte...io rimango sempre stupita di come alcune (che poi non sono poche) persone, riescano a escogitare metodi di sopraffazione e ingiustizie per gli altri...e a farl afranza...lo chiedo a te, da esperto di diritto...la colpa di chi è? Dove sta il punto debole della catena?
Ti auguro una buona serata...la schiena? migliora?...

Rampo ha detto...

:) La schiena migliora, la concentrazione un po' meno. :)

Poi... E' una catena di anelli grossi e dorati e di anelli piccoli e di latta... Ahime'...

JJ ha detto...

Ciao Rampo, ti scrivo solo ora, dopo aver rimuginato parecchio su tutto... ammetto che da quando ho preso la decisione dell'esilio mi sento MOLTO più leggero ed... indifferente.
Riguardo al tuo *problema* posso solo confessarti che io, IMHO, non potrei MAI studiare quello che studi tu... tempo un mese e tre giorni per trovare una cellula di bombaroli che appoggi e sostenga il mio programma politico sociologico: EXTERMINAZIONE A MONTECITORIO (e conseguente elezione di Rampo ad eroe nazionale)!
Enjoy,
JJ

Anonimo ha detto...

Rieccomi...ogni tanto mi faccio sentire!
Sai qual'è il problema? In realtà non sono gli altri, ma siamo noi stessi! Noi e la nostra fiducia nelle persone e nelle loro parole, nelle loro intenzioni e nella stretta di mano! Noi che vediamo nel prossimo una replica di noi stessi a livello di principi, valori e sentimenti. Tutte balle ormai...roba da 1800 o al massimo 1900 oppure, se vogliamo, da Samurai. Oggi vige una sola regola: carta canta! E allora bisogna mettersi al tavolo e scrivere tutto, ma proprio tutto! Mi fornisci il servizio A al prezzo X? Scriviamolo, firmiamolo e bolliamolo...prima che X diventi Y, ovviamente, inesorabilmente più grande di X. E' vero che spesso si accettano condizioni di un certo tipo in quanto parti "deboli" (ti ricordi per caso il nostro colloquio in SF?)...ma se si vuole essere "al sicuro" non bisogna farlo oppure sperare che tutto vada bene (e se tutto va bene magari neanche li vedi i problemi). Mi illudo ancora nel credere di vivere in un mondo, una società, con dei valori per le persone che ormai si sono invece persi a favore del "uccidi o verrai ucciso". Ma è veramente così che deve funzionare?

Ric

Rampo ha detto...

* JJ Grazie! Troppo buono, appena saro' imperatore, subito dopo aver nazionalizzato banche e informazione, sara' mia premura offrirti la posizione di Gran Consigliere per i Massimi Sistemi.

* Ric Non sai quanto mi fa piacere la tua partecipazione!!! Sono d'accordissimo: il problema e' che spesso ti senti in torto per essere quello che non si fida. Bisognerebbe sapere dire: e' il mio modo di condurre gli affari, tenendoli separati da qualsivoglia amicizia.