martedì 31 maggio 2011

Arancione

Qualcuno vuole dell'aranciata? Dobbiamo festeggiare.
:)

mercoledì 25 maggio 2011

QI elevato.

QI elevato. Verrebbe da pensare al quoziente di intelligenza, ma non vorrei insultare chi, come un ricercatore universitario che prende (800?) pochi euro al mese, onora questa espressione con attenzione e abnegazione lodevoli, e con capacita' che sono di pochi, accostando questa espressione a gente di tale ignobile risma.

No, dicevo. Ho usato queste iniziali per Qualunquismo Istituzionalizzato, patrimonio imprescindibile dei sudditi del sultano, al secolo popolo delle liberta'.
Sono reduce dall'assistere alle ennesime sparate del ministro (!) della difesa la russa. Come ministro della difesa e' di una grettezza disarmante, non c'e' dubbio.

Dalle sue parole ricavo un giudizio sull'incapacita' della sinistra di concedere possibilita' di dialogo, riferendosi in particolare a Pisapia, a Milano, che non ha voluto reincontrare la moratti, che del resto nell'ultimo contraddittorio lo aveva accusato di terrorismo vaneggiando di reati amnistiati, quando invece era risaputa la sua (riconosciuta giudizialmente) estraneita' ai fatti, e senza dare possibilita' di replica. E con questa convinzione: che con il retaggio di Pisapia nelle forze extraparlamentari di sinistra che nel 68 non davano spazio di espressione agli avversari, non poteva essere altrimenti.
Una mistificazione a 360 gradi, degna del degno fascista che l'ha espressa. Un insulto che gronda di falsita', di ignoranza, di QI pecoreccio.
Dimentico dell'atteggiamento della pupilla del suo sovrano, il ministro ha dato a Pisapia delle colpe non sue, e le ha fondate su un presunto retaggio di chi nel 68 viveva ai margini del sistema, come ai margini del sistema democratico vivono Rifondazione e PDCI, OGGI. E lo vediamo tutti quali e quante possibilita' hanno di non far parlare l'avversario: nei talk show in cui non vengono invitati, ma insultati deliberatamente, nei telegiornali dove non compaiono, per lasciare ai monologhi di un sultano, sultNano, tutto lo spazio necessario. Certo che un giovane comunista oggi non darebbe mai chesso', ad un batman moratti, lo spazio per esprimersi per i ballottaggi del 2040. Che retaggio non avrebbe se non quello di oggi? Daiii.
Pazzesco.

Poi ho sentito una ammissione di violenza della recente campagna elettorale causata dall'errore di scendere al livello delle provocazioni di sinistra. Io vorrei sapere se le brigate nelle procure sono espressioni anche lontamente giustificabili per presunti attacchi ricevuti prima dalla sinistra. Quali? Quelle dei magistrati che indagano sui suoi continui e reiterati comportamenti criminali? Non dovrebbero fare il loro lavoro? Non capisco. E chi lavora contro la sua nanointangibilita' e' per forza di sinistra? Comunista? Come di Pietro? Come Prodi? Ma dov'e' il comunismo di Di Pietro o di Prodi? Volete lasciare il pensiero comunista in pace per cortesia? Non capite il vostro, il liberismo, perche dovreste capire un'ideologia che per giunta non vi interessa (e in generale non interessa piu') e non vi appartiene?
Qualunquismo a tonnellate, etichettature a braccio, psicodipendenza patologica dalle sparate di un vecchio ricco (per il termine "maiale" aspettiamo il primo grado del rubygate?) patetico. Non se ne puo' piu'.
Nessuno che dimostri un filo di spina dorsale, ragionando con la propria testa per uscire dagli schemi pasticciati.

E infine, ho sentito dei fischietti antagonisti ai raduni del centrodestra, di un livello mai raggiunto a ruoli rovesciati. Come come? Ma se capita TUTTE LE VOLTE che qualcuno parla in qualche trasmissione in cui la russa o la santanche' sono presenti! Sistematicamente. Quando interrompono, parlano sopra, commentano, obbiettano, e violano lo spazio di espressione dell'avversario politico, che va cosi' facilmente a segno che solo la loro arroganza puo' opporre qualche resistenza formale, non sicuramente sostanziale. Violenza e arroganza usurpatrici sono le difese migliori dei soggetti in questione che lamentano della caduta di stile di chi si porta un fischietto.
E anche qui il qualunquismo, sostenuto largamente da ipocrisia insanabile, la fa da padrone.

Ed e' tutto cosi' grossolano, cosi' infantile che da' fastidio. Molto.

giovedì 19 maggio 2011

Meritocraxia

Meritocrazia un beato c@zz0. Dovro' scusarmi per la violenza di questo incipit prima o poi, pero' e' piu' forte di me: mi da' un fastidio enorme l'atteggiamento di chi si riempie la bocca di "necessita' di meritocrazia per un sistema piu' giusto". Secondo me soffre di miopia, presbiopia, o di cecita' in generale, se proprio non gli si vuol affibbiare l'etichetta della malafede. Innanzitutto, chi e' che stabilisce quali sono i criteri per misurare il merito? Quale merito poi? Cioe' a me sembra evidente che il concetto stesso, sia sopravvalutato (come quello del libero mercato, tanto per fare un esempio che tanto gli assomiglia).
Tecnicamente se sei bella, e porti maschi vogliosi a guardare la trasmissione dove balli scosciata, meriti di stare dove stai.
Alla faccia di ogni battaglia moralistica di chi sostiene che i meriti sono di chi studia, non di chi si mostra.
E se ti votano poi? Meriti di essere in parlamento, alla faccia di chi sostiene che i meriti sono di chi si sacrifica ad una vita di lunga gavetta.

Quale sarebbe il merito maggiore allora? Quello di chi ha sofferto di piu'? Come a dire che chi compra i prodotti meno costosi merita di avere una casa piu' pulita perche' ha lavorato di piu' per tirarla a lucido? O piu' sfrontatamente, merita di fare piu' fatica, visto che non ha potuto permettersi di pagare di piu'?

A me sembra che chi abbraccia il premio del merito come concetto assoluto si sposi con l'approccio giusnaturalistico della legge del piu' forte: se tuo nonno si e' accaparrato la terra, chissa' come poi dai, tu meriti di vivere di rendita. E guai a chi ti tocca il capitale. Il nonno era tuo e se si continuano a lamentare dello sfruttamento del loro lavoro nei tuoi capannoni, con i tuoi, di macchinari, allora c'e' un altro da sfruttare dietro l'angolo per te, che si sappia!
I meriti dei grandi capitalisti. Vogliamo veramente risalire alle loro storie?

Il merito e' un falso mito. E' il falso mito di chi sposta la convivenza, la solidarieta', la vita sociale sul piano della competizione.
Io pero' personalmente preferisco lo spirito olimpico, quello della festa, della compartecipazione, rispetto a quello della gara ad eliminazione diretta.

I colleghi che hanno problemi a casa, famiglie in difficolta', non meritano l'avanzamento in carriera perche' non possono mettersi in mostra con orari di lavoro infiniti? Perche' anche se lo volessero non hanno tempo extra da dedicare, a vagonate, alla vetrina della produzione? Conta la produttivita' solo quando e' minore della media? Contano l'attenzione e la scrupolosita' allo stesso modo? Si'? Ma dove? E quando?

Il punto di questa mia battaglia personale e' che voglio smascherare il valore della meritocrazia. Qualsiasi porcheria fatta e' un merito di chi riesce a farla. E qualsiasi porcheria subita e' meritata da chi ha omesso di evitarla.

Io non lo credo, non lo voglio credere, e non lo credero' mai. Una porcheria resta una porcheria, e il giudizio morale deve sovrastare il valore mignon del merito.

Siamo di fronte alla megalomania di leader politici che si sono meritati credibilita' e sostegno prono a suon di mazzette di banconote. E' un merito. E fa schifo.
Il merito e' un'arma a doppio taglio, non si puo' abusare del suo significato ciecamente. Si rischia da ammettere l'inammissibile.

Certo che chi vince un concorso onestamente, merita quel posto. Certo che chi corre piu' veloce, si merita la medaglia.
Non sto negando che ci sono frangenti della vita in cui la competizione c'e'. Ma nella vita non c'e' solo competizione.

E soprattutto ci sono valori, ideali, pari opportunita', egualitarismi, solidarieta', che vanno oltre alla legge del piu' forte.

Se tu nasci qui, mbe', mica ti meriti di salire su un barcone alla ricerca di fortuna, spinto dalla fame e dal luccichio delle posate del tuo dirimpettaio di costa. Ma se nasci la'... Beh ti meriti almeno di provarci a scavalcare la staccionata. Niente di male. Solo che per te qui di posto non ce ne e'.
Noi eravamo qui prima. Eh!

martedì 17 maggio 2011

Fausto giorno.

Giorno fausto.Fausto. :) :D

E dicono che vincono gli estremisti (ma sarebbe un insulto? No perche' se loro sono i moderati, secondo me, anche solo per assurdo, e' un complimento!).

Bella.

E dicono che si porta il Leonka a Palazzo Marino e che e' bestiale. Bestiale! Si! E anche una gran fig@ta vedere che dei rottami avidi e borghesi e arraffoni se ne devono tornare nei loro villoni a rosicare per i cani dei punkabbestia in consiglio. :) Magari!

Molto bella.

Godimento.

Aria nuova? Meglio tardi che mai.

Go home. GO HOME!

giovedì 5 maggio 2011

Mission impossible.

Ieri sera ho visto di sfuggita un sallusti (servo dei servi dei servi dei servi, cantava il buon Zulu' dei 99 posse, ai fascisti-punti neri, ma lui da buon nipote di repubblichino, e' perfettamente degno zerbino di sb) che attaccava G.Chiesa dicendogli che non era credibile in quanto ex reporter dell'Unita' inviato a Mosca, e quindi avvezzo a raccontare la panzana del Comunismo come sistema migliore.

E mi sono chiesto: come raccontare l'illusione ottica di chi aveva degli ideali di egualitarismo ad un qualunquista servo come sallusti? Come trasmettere il senso stesso di ideale, perseguito con mezzi abominevoli siamo d'accordo, con scelte liberticide invece che non, a chi di ideale comprende solo il proprio portafoglio ben gonfiato dal don rodrigo di turno?

Non c'e' modo, mi dico. Non potremo mai portare la discussione sul piano degli ideali, o della nobilta' degli stessi, a chi a quel piano non e' dato di accedere per sua natura.
Non potremo mai guardare all'impegno invece che ai risultati, ai fini anziche ai mezzi, con chi mercifica e monetizza, e guarda ammirato al finto benpensante che mercifica e monetizza meglio di lui.

Non ci sono spiragli, possibilita' di contatto. No.

domenica 1 maggio 2011

Buon Primo Maggio!

Ecco io avrei voluto scriverlo cosi' dell'ex-papa.

Quindi rimandato al link, chiudo il capitolo.

Molto meglio pensare che e' il Primo Maggio dei lavoratori, e visto che la pasquetta mi (ci?) ha gia' scippato parte della attenzione che merita il 25 Aprile, oggi penso alla festa del Lavoro. Lavoro che deve essere a tempo indeterminato, sicuro, e retribuito, e tutelato contro i ricatti di stampo marchionnico, per tutti quelli che nella societa' hanno ancora voglia di crederci.

In alto i bicchieri amici e compagni.