venerdì 31 agosto 2007

Del regalare (a me) libri.


Regalare libri e' pericoloso: regalarli di sconosciuti e' pericolosissimo. Ne va di buoni rapporti costruiti con anni di duro lavoro. Beh non esageriamo dai. Pero'. C'e' un pero'.

A me piacciono i libri, i romanzi, delle grandi penne (si dovrebbe dire dei grandi Mac, ormai?), non c'e' niente da fare.
Ho iniziato poco piu' che ragazzino a leggere Stephen King perche' era Stephen King, ma ho continuato perche' nel frattempo, fino ad oggi quando posso dire di aver fagocitato praticamente l'opera omnia, era diventato Zio Steve, di famiglia.
Quindi Pennac, Saramago, Asimov. Grandissimi e meritatamente grandissimi anche per me.

Puo' capitare che uno Zafon pompato dalla stampa, una Cornwell, pompata dalle vendite, o un Tusset, pompato da un amico, arrivino ad incuriosirmi prima, ad esaltarmi durante, e a mettermi in attesa dopo una lettura per una prossima lettura. Why not?

Pero' lo dico senza ritegno: per me mettermi a leggere un autore di cui non si e' mai sentito nulla (al di fuori di una stretta cerchia di intellettualoidi pronti a non lasciarsi scappare un Garpelli nel piu' infimo cinema di provincia :) e' una strada in salita. Hop hop. E' una sorta di pregiudizio che saro' ben lieto di vedere triturato. Ma che fatica.

Il punto e' proprio questo: l'approccio svogliato e prevenuto nei confronti dell'opera di chi e' arrivato sugli scaffali di una libreria senza motivazioni ai miei occhi.
Infatti puo' accadere il peggio con una probabilita' molto maggiore, che e' quello che sta in effetti succedendo alla mia lettura: il libro e' lento, disarticolato, pieno di zoomate su personaggi nuovi e situazioni a latere e/o di contro-zoomate senza nessun gusto. Scritto male.
Non mi attrae riprenderlo in mano, e mi succede ogni volta che DEVO farlo. Che fare? A me non piace lasciare le cose a meta'. Ti giuro, preferirei buttarlo (!) piuttosto che incappare nel vederlo li', inserito in una libreria di libri letti, indegno e letto a meta'.
E oltretutto e' un regalo.

Che fatica.

Dovrei decidermi a rinunciare, scegliendo tra i due mali. Pero' che fatica.

La gente non dovrebbe mai regalare libri di sconosciuti. Mai.

martedì 28 agosto 2007

Un applauso per Hugh


Ecco un altro grande che non sbaglia un colpo. Hugh Grant, dico. A me le sue commediole fanno davvero impazzire, non tanto per le trame ultra-scontate, che vabbe' non sono diverse da quello che si puo' pretendere da qualcosa di leggero, ma per la pioggia di battute che riesce ad infilare nei suoi dialoghi: di un gusto davvero strepitoso.
Cosi' abbiamo visto, divanati, "Scrivimi una canzone": davvero niente male, ai livelli quasi di About a Boy o dell'indimenticabile Mickey occhi blu, per tacere dei classici.
Applauso a lui e ai suoi autori (quale sara' il suo contributo alla sceneggiatura???).

domenica 26 agosto 2007

Dell'approccio scientifico al divertimento


Eccoci finalmente. Dopo anni e anni e ancora anni, ho deciso di prendere sul serio quel manuale di scacchi che osserva da sempre silenzioso i miei successi (rari-ni) e le mie sconfittone. Ho letto di recente (ed ecco il movente) La Variante di Luneburg, dove si parla di tecnica, di studio e di passione negli e pergli scacchi.
Cosi', come quella volta in cui mi dissi che senza imparare almeno un "paio" di scale (di tipi di scala) non sarei andato da nessuna parte come chitarrista, mi sono costretto ad andare oltre all'aspetto ludico-divertente della faccenda per approcciare col metodo scientifico l'oggetto del divertimento. Passaggio fondamentale, credo, per tutte quelle arti (come puo' essere una partita a Toca Touring o suonare il trombone) in cui oltre ad apprendere i fondamenti, l'ABC, bisogna sopperire con l'abnegazione alla mancanza di talento ;). Una mia amica psicologa direbbe che anche divertirsi, e solo divertirsi, e' importante: che non e' necessario tentare di raggiungere comunque dei risultati, perdendo di vista il divertimento. Boh. Forse ha davvero ragione, ma per me e' davvero complicato non complicarmi la vita, in questo senso.
Cosi', 4 da first time, dopo aver riletto un po' di consigli sul dominio e sul controllo del centro della scacchiera, sull'ordine dei pezzi da muovere dopo l'apertura, sulla debolezza delle case f2-f7 dove riescono i vari giochetti del barbiere e dell'imbecille (testuale), ho ricostruito, proprio in tema di studio delle aperture "aperte" (devo dire che comunque un po' ho saltato...) una partita tra Karpov e Hase, del 72. Ho capito alcune cose: soprattutto che lo strumento dell'arroco e' da me spesso sottovalutato, insieme al movimento dei pedoni o al non muovere due volte di fila lo stesso pezzo, mentre di altre non ho capito assolutamente il senso... Beeeellle... Beeellle mossse!!! Ma a che servono?!?! Forse a sgombrare alcune direttrici, o sono state fatte pensando ai possibili doppi o infilate... Bisognerebbe - sarebbe fantastico - un commento dell'autore della mossa, tra una mossa e l'altra. Comunque un'esperienza nuova. Forte? Forte si, dai.

sabato 25 agosto 2007

Magic!!!


Qualche post fa scrissi, leggermente turbato, che il pacchetto delle estensioni delle carte di Magic che avevo acquistato in edicola, pur essendo incellophanato era stato aperto, e privato delle sue carte piu' rare.
Bene. Oggi scrivo piacevolmente sorpreso che alla mia mail di lamentele tale gedis ha risposto con il riinvio di un mazzetto da 15 carte. I motivi per questo gesto possono essere discussi con la massima benevolenza nei loro confronti o con la piu' sprezzante dietrologia, ma tant'e'. Io sono stato considerato, creduto e rimborsato, percui vorrei che a loro andasse, anche da qui, il mio ringraziamento.

domenica 19 agosto 2007

Sul lavoro precario


A proposito della discussione o delle discussioni sul precariato vorrei segnalare
http://grillorama.beppegrillo.it/schiavimoderni/
Un libro, una raccolta di lettere di lavoratori precari: come dice Grillo, fanno stringere il cuore.

Sul precariato, quello che quella nefandezza rappresenta per migliaia di giovani - ancora oggi... ma come si fa a non VEDERE quale abnorme abuso si fa del lavoro precario?! Ma che cosa cacchio c'e' di "progettuale" nei lavori che offrono?! Cento anni di lotte sindacali, di tutela dei lavoratori, rovinati cosi'? Buttati nel cesso??? Disgusto.

Poi si specula sull'assassinio di Biagi e sulle parole di chi, a sua volta, lo definisce un assassino.

Io propongo di togliere questo sovraccarico di significati, e di badare al sodo.
Il lavoro precario fa schifo a tanti e fa gongolare pochi. Buttiamolo via, per favore.

sabato 18 agosto 2007

Toccate e fuga, toccata e fuga.


Settimana della toccata e fuga. Due toccate, e due fughe. Per la precisione. A Ferragosto Gran Magnata da PDE, in montagna. Ha grigliato anche le bottiglie, quel fenomeno. Gran spanzata :). Vediamo semmai se un giorno riusciremo a mettere su youtube il filmatino con il mio montaggio SuperSayan (come dice un caro amico ;)). Ieri visita nei pressi di Forli' ad una coppia di amici della Kat, assenti al nostro matrimonio per sopraggiunto stato di gravidanza avanzata :), il frutto della quale ci ha fatto grandi sorrisi dal suo seggiolone mentre cercavamo di sciogliere con il Fernet il vagone di piade che ci avevano preparato come benvenuto :). Bellissimo. Oggi puntatina a Ravenna ad omaggiare le tomba del sommo poeta e scofanata di pesce prima della partenza. Che dire? 800 km in 36 ore, 1100 in 84: detto e fatto. Ora rieccoci alla maison, pronti (pronto) a fare progetti di dieta e di riposo... Dalla settimana prossima, dai, che riprendo a lavorare. ;)

lunedì 13 agosto 2007

Indipendenza?


Credo che parlare di indipendenza non sia facile.
Innanzitutto secondo me c'e' indipendenza ed indipendenza. Tanto per chiarire.
E innanzitutto il fattore culturale non va sottovalutato: ci sono popoli con la loro lingua, le loro tradizioni, la loro economia e la loro religione (!) che rivendicano la propria autodeterminazione, secondo me sacrosanta, da una presenza opprimente che ha scalzato il loro diritto storico di essere nazione adulta che cammina sulle proprie gambe e che vive delle proprie ricchezze.
E secondo me difendere quest'idea non significa solo essere favorevoli alla causa palestinese, o dei contadini del chiapas, o dei curdi, significa anche dare spessore al proprio credo no global, quando si guarda all'invadenza straniera, odiosa e sfruttatrice, nei paesi del terzo mondo.
Altro invece, sempre secondo me, e' sentire parlare i leghisti di indipendenza da Roma o i sud tirolesi di indipendenza dall'Italia.
Non riesco a farne una questione di rispetto all'autodeterminazione, ne vedo solo una questione di flussi di cassa: voglio sottrarmi ai bisogni dello Stato visto che io, dal mio cantuccio, posso permettermelo.
Forse messa cosi' suona male, ma non riesco onestamente a dirlo meglio: mi sembra egoismo, mi sembra sottrarsi al contratto di solidarieta' che lo Stato rappresenta e che e' necessario al suo progresso. A me, sempre limitatamente al mio credo e alla mia conoscenza delle cose, fa schifo.
Ora. Dico questo perche' mi e' capitato in questi giorni di interrogarmi su un altro blog (da Infondoaimieiocchi, con la compagna Celia) sull'indipendenza della Sardegna.
Faccio fatica, e puo' essere un mio limite lo riconosco, ad abbracciare la sua causa: non riesco a vedere come lo Stato italiano, che mi rappresenta, di cui sento di fare parte, opprima la sua terra. Mi sento incolpevole di una accusa che non capisco: io penso che non siano solo pochi traghetti al giorno ad unirci, e che non sia una storia di unificazione che e' stata turbolenta un po' in tutte le direzioni a separarci (io sono piemontese e faccio fatica a pensare che essere sotto ai savoia fin da prima dell'unificazione possa modificare le mie prospettive). Sono storie di duecento anni fa che onestamente, ad oggi, mi fanno solo sorridere. Ho tra i miei amici dei sardi che non ho mai sentito di un'altra nazione! Ad ogni modo il mio vuole essere un invito per lei e per tutti i sardi che come lei vorrebbero l'indipendenza, a venire a parlare della loro causa anche sul mio blog, per poter meglio inquadrare e capire, una causa che in realta' io non vedo per niente giustificata.

venerdì 10 agosto 2007

La regola del tre semplice


Dalle ultime vacanzuole, di cui rimane peraltro uno sbiadito ricordo, e' rimasta a me e alla Kat l'abitudine alle sessioni serali di parole crociate.
Ci e' capitata qualche giorno fa, in uno di questi momenti ludici, una definizione un po' bislacca. Metodo per risolvere problemi. La soluzione, che io avevo cercato ravanando tra i miei ricordi di RICERCA OPERATIVA (branch&bound? metodo del simplesso? soluzione al problema dello zaino? algoritmo di Dijkstra? BOH!!!) era poi emersa dai piu' fortunati incroci con le verticali corrispondenti: "laregoladeltresemplice". Mai sentita, la regola del tre semplice.
Cosi' ho indagato. E' la rivisitazione di una banale proporzione. Pero' poetico tutto questo usus duecentesco. Davvero interessante la cantilena. Copio e incollo dalla rete.
La regola del tre La regola del 3 era lo strumento matematico principe che permetteva al mercante di risolvere quasi tutte le questioni riguardanti la pratica. Era detta “regola aurea” o della “Santissima Trinità”. Nei libri d’abaco la regola era illustrata con tutti gli accorgimenti che potevano garantire un apprendimento mnemonico sicuro, innanzitutto l’ordine in cui porre i numeri, in riferimento alla loro natura. Scrive G. Sfortunati nel NuovoLume libro de arithmetica (Venezia 1534).“in tutte le ragioni mercatorie o trafficanti” delle tre “cose” o “parti” che compaiono, due sono di uno stesso genere “simili” e l’altra di genere diverso, ad esempio: “chi dicesse 3 braccia di panno valeno Lire 14, che varranno braccia 5 di panno, vedi chiaramente che queste sono 3 cose come si suppose de necessità e infra le quali ce ne sono due simili e un’altra dissimile, le simili sono braccia 3 di panno e braccia 5 di panno le quali sono simili in natura perché tutte due queste cose sono panno e l’altro dissimile è Lire 14”. Oggi noi risolveremmo 3:14 = 5: x Stabilito l’ordine bisognava stabilire come procedere nel calcolo e per favorire la memorizzazione non si esitava a porre l’algoritmo in versi: se ciaschuna ragione vorrai ben fare per regula del 3 così farai: imprimamente dei multiplicare quello che vuoi sapere e non lo sai per la cosa non simil, dei notare questa multiplication, poi partirai per l’altra simile e questo avvenimento di quel che vuoi sapere è il valimento Con riferimento all’esempio precedente, per trovare il prezzo di 5 braccia di panno occorre moltiplicare 5 (“quello che vuoi sapere e non lo sai”) per 14 ( “la cosa non simil”) e dividere il prodotto così ottenuto per 3 (“l’altra simil”); in termini moderni si tratta insomma di risolvere la proporzione 3:14=5:x x = (14·5)/3

giovedì 9 agosto 2007

Stupidita' bollata.


Io non capisco. Mi tocca tornare un'altra volta sul mio odio per gli spedizionieri. Ma perche', 'cci vostri, non capite un ca##o, eh... Perche'?
Aspetto un pacco: le carte di Magic, decima edizione, un paio di mazzi base, bianco-nero e rosso-verde con cui vorrei iniziare un discorso/percorso di gioco con mia moglie. Quindi ok, niente per cui vivere o morire, ma loro non lo sanno.
Stamattina mi giunge una mail dal mittente che lo spedizioniere "esecutivo" non trova il mio indirizzo. Da Canegrate, non trovare un indirizzo di Legnano, e' quantomeno grave, sono appendici l'uno dell'altra. Ma tant'e'.
Telefono. Guardi che c'e' scritto di entrare nel cortile, per il 12/A.
"Allora il mittente deve sbloccare la spedizione". Ma scusi, le dico di ripassare e di consegnarmela, sa' sarebbe il suo lavoro, e poi sa, la spedizione io l'avrei pagata. Io.
"Si ma se non sblocca il mittente lei puo' solo passare a ritirare".
M A - P E R C H E'? Voi che mi leggete ed avete della materia grigia tra le orecchie, non del materiale da imballo, P E R C H E'? EH?!
Se posso riceverlo, portatemelo porcatroi@, ho pagato perche' lo faceste, se invece non posso riceverlo, perche' mi dite che posso uscire dal lavoro, a porta romana a milano, per venire nella vostra minchi@ di sede a mettere una firma e ritirarlo?
Io sono piu' vero se vi presento un documento con una foto di quando facevo il cubo di rubik bevendo acqua e menta che non se mi trovate a casa in mutande con una birra in mano?
Ti giuro se e' imbecille sta cosa. Vabbe' supponiamo che non vogliate rischiare di fare un giro a vuoto. Apri una mappa su virgilio o su google e verificalo. Ti do il mio numero di casa. Vuoi?
No? Allora vai in mon@ te e chi non te lo dice, sei proprio una testa di c@zzo, e l'uccello che ti rappresenta solo metaforicamente e' sopravalutato.

mercoledì 8 agosto 2007

Stranezze


SSStoria. 15 anni fa se mi fosse capitato di sentire parlare ad alta voce qualcuno in attesa del treno, avrei cercato con lo sguardo (per la serie "'zzi tuoi mai, eh?") dall'altra parte, sul marciapiede di fronte, l'interlocutore della conversazione. Diciamo quasi automaticamente. Ormai sono anni che cellulari ed auricolari di cellulari mi hanno, ci hanno, abituato alle conversazioni in solitaria: sta di fatto che sentire rispondere, dall'altra parte, questa mattina, da un essere umano in carne ed ossa sul marciapiede di fronte, e' stato un vero flash. Oddio. Che succede. Due persone che parlano. Che strano provare sensazioni cosi'.

domenica 5 agosto 2007

Barze domenicali, #?.


Ben ritrovati all'appuntamento delle barze domenicali.
Sono un filo pepate, ma tant'e'. Io le ho trovate un sacco divertenti. :)


Quattro suore vanno in paradiso dopo un incidente stradale. Le accoglie San Pietro, che però deve ammonirle per qualche comportamento scorretto avuto durante l'esistenza in vita. - "Allora, Suor Germana, vedo qui sul registro che quando avevi 17 anni hai visto di nascosto il pisello del tuo parroco. Se sei pentita, lavati le palpebre nell'Acqua Santa e le porte del Paradiso ti si apriranno per l'eternità!" - La suora ubbidisce e viene beatificata. - "Tu, invece, Suor Fabiana, vedo che a 20 anni hai toccato il pisello del parroco. Lavati le mani nell'Acqua Santa." - La seconda suora ubbidisce ed entra. - "E tu invece, suor Gabriella..." - A quel punto interviene suor Lucia: "A San Pie', te dispiace se me sciacquo 'a bocca prima che Suor Gabriella se lavi 'r culo?"

... Marito e moglie... è sera... la donna è in bagno... si prepara per una focosa notte d'amore... quando il marito le dice : "amore... abbassa tutte le serrande... " e la moglie con aria divertita "... ma caro... cosa mi vuoi fare... ?" e lui "dai... cara chiudi tutte le tende... chiudi tutto!" e lei... " amore... amore... ma sei proprio un bricconcello...... " e lui "dai... spegni la luce... " lei spegne la luce ed eccitata si infila sotto le coperte... allora il marito le dice... "cara......... hai visto il mio nuovo orologio fosforescente? !"

C'e' una coppia di fidanzatini su un prato. Ad un certo punto lei fa: - Aaahhhh, si aahhh... Giovanni... togliti gli occhiali... che cosi' mi strappi le mutandine... aaahhh Giovanni ubbidiente si toglie gli occhiali. Dopo un poco di nuovo lei: - Giovanni... rimettiti gli occhiali che stai leccando l'erba!!!

sabato 4 agosto 2007

venerdì 3 agosto 2007

Paradossi!


Tutti i pregiudizi non sono validi. Ma questo e' un pregiudizio. E per essere valido deve essere non valido. Allora provo a riformulare.
Tutte le generalizzazioni non sono aprioristicamente fondate. E questa e' una generalizzazione. E per essere aprioristicamente fondata non deve esserlo.

Fumble. Possibile che proprio su questi temi a me cosi' cari mi debba capitare di incartarmi in un paradosso?

Ci riprovo. Troppo generalizzazioni colpiscono anche fuori bersaglio, e questo a me sembra ingiusto, meglio evitarle.

Ecco. Mi sento meglio.

giovedì 2 agosto 2007

Some more freshness


Eccomi ad un altro giorno di lamentele, tra gli esagerati della asfissia del caldo (tra i quali mi riconosco senz'altro) e i ben contenti lucertoloni, pronti per la stagione di esposizione alle elettromagnetiche del cuore.
Cosi ricordando, e non so perche' (forse perche' aiuta a sentire fresco) quella fase della mia vita in cui tutto sembrava sarebbe stato possibile, in cui prendevo a morsi profondi e succosi i primi spicchi di "totale" autonomia concessami, verso i 14-15 anni, mi vengono in mente le gite domenicali in pullman con Cristian, per andare a sciare in Val d'Aosta. Partenza tra le 6 e le 7, aemme, dueoreemmezza per arrivare a Cervinia (quasi sempre si finiva li', a dispetto della nuova meta pubblicizzata per la settimana sul depliant stagionale, per motivi di neve o di meteo in generale) e le risate, e la rabbia fino alle lacrime, sta pista e' troppo difficile per me c@#zo di quel p[]rxxx ...!, e i discorsi, e le foto prendimi-mentre-salto-eh!, e le sigarette fumate di nascosto (poche, ne'! ;).
Che bello. In particolare mi ricordo dell'episodio di una ragazza di cui non ricordo nemmeno troppo il volto (per la citazione sentimentale: il sentimento rimasto e' solo di tenerezza per la mia "impacciataggine" e di gratitudine per la gentilezza del gesto) mi porse, in pullman, un'auricolare per ascoltare insieme i Bon Jovi senza che io le avessi nemmeno detto una parola prima. Boh. Strano. Di sicuro per quel ragazzone sovrappeso e brufoloso fu qualcosa di indimenticabile.

E dico davvero, lo giuro sul pesto, non so perche' mi e' venuto in mente dopo una giornata iniziata male con l'acquisto di un gioco per cellulare - NBA live, serie della gazzetta - di cui non riesco a fare download (e motivo per il quale dovro' riuscire a parlare con un operatore H3G umano... impresona!!!) e finita sulle stesse note: il bibboy PDE mi sta mettendo addosso la scimmia di Magic da un paio di giorni, cosi' ho preso in edicola 3 mazzetti da 15 carte, uno dei quali era aperto e ne conteneva 11, ladro di m. ti venissero i crampi all'ano per il c@gotto bruciante. FAQ. Vedremo la risposta degli editori.
Nel frattempo approfondiro' le tecniche e ripassero' le regole con le mie 41 carte (e neanche una terra! ma come cacchio si fa cosi'? Una trentina di creature e poi incantesimi e stregonerie, ma nessuno giocabile! Vabbe', faro' finta . Pfff).

E cosi' scorre quest'estate: ho troppo caldo per suonare il trombone - rammarico - come vorrei, per recuperare le ore sottratte dallo studio di juria.
Tra scorte di gelati e di the' freddo (grazie, amore mio!!! prendi a schiaffi le mie sofferenze, con un'eleganza e una maestria da sensei quarto dan) - al di sopra delle ultime medie stagionali estive - da fare invidia ai baretti sui lidi.