domenica 26 agosto 2007

Dell'approccio scientifico al divertimento


Eccoci finalmente. Dopo anni e anni e ancora anni, ho deciso di prendere sul serio quel manuale di scacchi che osserva da sempre silenzioso i miei successi (rari-ni) e le mie sconfittone. Ho letto di recente (ed ecco il movente) La Variante di Luneburg, dove si parla di tecnica, di studio e di passione negli e pergli scacchi.
Cosi', come quella volta in cui mi dissi che senza imparare almeno un "paio" di scale (di tipi di scala) non sarei andato da nessuna parte come chitarrista, mi sono costretto ad andare oltre all'aspetto ludico-divertente della faccenda per approcciare col metodo scientifico l'oggetto del divertimento. Passaggio fondamentale, credo, per tutte quelle arti (come puo' essere una partita a Toca Touring o suonare il trombone) in cui oltre ad apprendere i fondamenti, l'ABC, bisogna sopperire con l'abnegazione alla mancanza di talento ;). Una mia amica psicologa direbbe che anche divertirsi, e solo divertirsi, e' importante: che non e' necessario tentare di raggiungere comunque dei risultati, perdendo di vista il divertimento. Boh. Forse ha davvero ragione, ma per me e' davvero complicato non complicarmi la vita, in questo senso.
Cosi', 4 da first time, dopo aver riletto un po' di consigli sul dominio e sul controllo del centro della scacchiera, sull'ordine dei pezzi da muovere dopo l'apertura, sulla debolezza delle case f2-f7 dove riescono i vari giochetti del barbiere e dell'imbecille (testuale), ho ricostruito, proprio in tema di studio delle aperture "aperte" (devo dire che comunque un po' ho saltato...) una partita tra Karpov e Hase, del 72. Ho capito alcune cose: soprattutto che lo strumento dell'arroco e' da me spesso sottovalutato, insieme al movimento dei pedoni o al non muovere due volte di fila lo stesso pezzo, mentre di altre non ho capito assolutamente il senso... Beeeellle... Beeellle mossse!!! Ma a che servono?!?! Forse a sgombrare alcune direttrici, o sono state fatte pensando ai possibili doppi o infilate... Bisognerebbe - sarebbe fantastico - un commento dell'autore della mossa, tra una mossa e l'altra. Comunque un'esperienza nuova. Forte? Forte si, dai.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, gli scacchi! Ricordo le interminabili partite, da ragazzina, con il mio vicino di casa. Prive di tecnica, ma divertenti. Anche se vinceva sempre lui. :)
Un bacione

Grazia ha detto...

..ciao ti invito a passare da me..ti avverto che il contenuto del post è molto forte....
buona giornata

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea...buona settimana innanzi tutto....io da piccola passava intere serate a giocare a dama con il mio papà....gli scacchi però...no....solo qualche partita di prova, diciamo così...però capperi...l'hai affrontato di petto il problema...;-)
ti vedremo in qualche campionato mi sa tanto...:-)

Anonimo ha detto...

Già che i tuoi moventi sono di tipo letterario ti consiglio di leggere anche "Zugzwang, mossa obbligata", di... non mi ricordo più! :)
Il libro in sé non è nulla di che, e anzi talvolta esagera nel voler rendere "filo-freudiano" il protagonista... però si basa molto su di una partita di scacchi. Se vuoi te lo presto...

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea,

mio cugino stava insegnandomi a giocare quando vinse il concorso in magistratura e addio!
Fa vita in tribunale, tra famiglia e scorta ed io che mi trasferii da un'altra parte ...insomma non so giocare a scacchi:(((
Però a dama sono imbattibile:-D

Passa da me e vedi che ne pensi!

Un abbraccio

Rampo ha detto...

x Lindo Passa... Passa... :P
x Tutti: Grazie dei saluti e dei commenti!!! :)

Anonimo ha detto...

Ok, quando ci vediamo? Missà che noi due ci siamo fumati un appuntamento con la salamandra... dobbiamo rifarci!

Bai bai!