giovedì 27 settembre 2007

Dubbi su una questione.


Questione spinosa. Ieri sera ho sentito da Gad Lerner gli attacchi alla popolazione del pavese che si e' espressa malamente contro l'ospitare i nomadi rom sgombrati da Pavia.
A parte la pochezza dei sindaci (sembrava davvero di vedere Cangini dello zelig) che si lamentavano della impossibilita' dell'integrazione di 50 nomadi su un paese di 350 abitanti (cioe' non si puo' diventare 400? Cioe' se nascessero 50 bambini in un anno li sopprimereste lì cosi'?), e a parte le ripezioni del buon gaddy (ma se si spostano bisogna pensare che per un principio di conservazione non spariscono! ma se si spostano etc etc, etc etc) le osservazioni che mi sono venute in mente sono: ecco che chi ha sensibilita' di sinistra difende per sua natura una minoranza indifesa, per principio. Nobile. Nobilissimo. Ma un po' immobilista fermarsi li'. E poi mi sono chiesto: si ma perche' danno cosi' poco la parola ai nomadi? E solo per sentirli dire: dove ci hanno messo non c'e' luce e non c'e' acqua. Quello che veramente mi manca e' sentire che cosa hanno loro da dire sull'argomento integrazione. Cioe' loro vogliono, i rom, diventare una parte della societa' trovata radicata? Vogliono adeguarsi al "nostro" sistema basato sul lavoro, sulla mutua assistenza, sulla legalita'? Si'? No? Quanto il "nostro" sistema deve cambiare per non lasciare ai margini intere popolazioni? Perche' noi luce e acqua ce le abbiamo, vero, ma le paghiamo con il lavoro, molto vero: ora, una mano a chi e' in difficolta' e' il minimo che una societa' civile debba garantire, ma sul lungo periodo come la mettiamo? Quali ambizioni hanno (e io credo ne abbiano!) diverse da quello SFRUTTAMENTO DEI BAMBINI che abbiamo tutti sotto gli occhi e che troviamo tutti cosi' odioso? Devono renderne conto del resto? Boh sarebbe meglio una volonta' di dialogo anche da parte, credo. Non hanno voce, e fino a che non li si sente parlare saranno sempre, nell'immaginario comune, quelli che rubano o che sfruttano o che stuprano di cui ci parlano i giornali (bella l'osservazione che in altre nazioni per non creare forme di fobia dello straniero non si puo' riportare la nazionalita' di chi ha fatto cosa, decisamente interessante). Boh i dubbi sono tanti, ma il dialogo credo che sia la via d'uscita per trovare punti di contatto fra culture differenti. Io credo che si debba partire da li'. Dal dialogo, che a tutt'ora non c'e', e sembra che verso questa voragine enorme nessuno voglia guardare.

6 commenti:

JJ ha detto...

Penso che tu abbia accarezzato il nocciolo di questo problema.
Capire se loro vogliano o meno far parte del nostro sistema, per capire chi ed in quale modo specula anche sulle loro attività...

Rampo ha detto...

E per decidere anche come e cosa fare... :) spostare geograficamente quello che molti vivono come un fastidio non e' risolvere un problema di convivenza...

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea!!!! Tornata dalle vacanze...Ho visto a proposito di integrazione dei Rom un servizio interessante...a Reggio Calabria, il comune ha fondato una specie di cooperativa per la raccolta dei rifiuti ingombranti in città tutta in mano ai Rom, che lavorano regolarmente, passo fondamentale direi per l'integrazione....questo dimostra che soluzioni che vadano bene per entrambi ci sono...credo che la cultura Rom non sia come la nostra...e mai come in questo caso, l'integrazione tra culture diverse può risultare problematica...ma non impossibile...

Anonimo ha detto...

Effettivamente il tuo post mi fa pensare.. che queste persone, vengono trattate un po' come oggetti: da chi li vuole "spostare" di qua e di là, come da chi li interroga solo per sentire le loro lamentele (ed è ovvio che si lamentino, lo farebbe chiunque). Non vengono ascoltati come un soggetto "interlocutore", èper cui, alla fin fine, sappiamo poco di loro. E se fosse davvero che non vogliano adeguarsi al nostro sistema basato sul lavoro ? Non sarebbe una situazione sostenibile per sempre, che vivano di solidarietà e aiuti...
I dubbi restano, finché le cose sono gestite così maldestramente.
Ciao ! :)

Anonimo ha detto...

Leggerò il post dopo pranzo, per il momento ti lascio un messaggio da far girare, se vuoi!

Il 28 settembre indossiamo tutti una maglietta rossa a favore...
della lotta del Popolo Birmano

contro

il regime che lo opprime da 45 anni.

Fate copiaincolla e fate girare.

A.S.

a dopo

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno con le tue parole: va bene accoglierli, va bene lavorare per integrarli, ma per fare tutto ciò bisogna essere in due. Noi e loro, altrimenti non c'è integrazione. Non capisco perché in Italia anche le questioni che possono essere risolte con il buon senso devono complicarsi all'infinito. E' inutile spostarli da una baraccopoli all'altra dove continunano a vivere tra i rifiuti e senza regole. Integrazione vuol dire aiutarli a inserirsi nel tessuto sociale: trovarsi una casa (pagarne l'affitto e le spese senza farne scempio), un lavoro con uno stipendio onesto, mandare i figli a scuola, etc.
Scusa se i pensieri sono un po' confusi, vorrei scrivere tante cose ma senza allungare troppo il commento. Ho il collegamento tra neuroni e dita un po' in tilt :-). Buon fine settimana.