mercoledì 12 agosto 2009

Stoccolma. Capitolo 1.

Ok, primo post da una vacanza annunciata come difficile. Scrivo da Stoccolma, da un internet point vicino al centro, di queste emozioni, in tempo reale. Per la prima volta in questa vacanza, per la prima volta nella mia esistenza.
Ieri sera l´arrivo in taxi e´ stato durissimo. Mi chiedevo che cosa facessi qui e perche´ fossi da solo ad assaporare la scoperta di una nuova big city. Ho cercato di addormentarmi senza questi pensieri ma le lacrime agli occhi salivano da sole. Tant´e´.

Volendo raccogliere il lato piu´ spensierato della cosa devo dire che ho dovuto esercitare tutto il mio spirito di adattamento per arrivare al mattino: cosa che i nordici e i backpackers hanno a pacchi e che io ho evidentemente perso negli agi degli alberghi delle ultime uscite da ammogliato. Di fatto la camera e´ una cabina di una nave, grossa come la cabina di un vagone a cucc(i)ette di italica memoria. E siamo li´ dentro in quattro. Erano le due di notte e al buio ho dovuto aprire lo zaino, rifare il letto, rintracciare sapone e cambio per una doccia e coricarmi. Massimo adattamento nel minimo spazio. Mia moglie, a torto o a ragione, mi avrebbe sparato in mezzo agli occhi per una situazione fantascientifica come quella. Beata gioventu´: a loro mica pesa stare in un buco areato da un oblo´ e dormire tra i bagagli. Cosi´ io invece ho appoggiato le scarpe ai piedi del mio letto a castello (di sopra e senza scala) e le ho rese rispettivamente, il mio portaocchiali e il mio portasapone. Importante era passare a nuttata, come diceva qualche maestro del teatro napoletano (Edua´?).

Oggi stessa tiritera con fortissima voglia di rientro. Esco, e´ grigio e fa freddo (nonostante molti siano in maniche corte e in canottiera!) e non ne ho voglia. Poi si mette a piovere e la tentazione di rientrare si fa programma.

In realta´ ho avuto un pensiero fortunato: non sono cosi´ forte da dire che questi sono i miei limiti e devo superarli. Naaa. Ho solo pensato: fancu[o ai programmi e alle guide. Faccio quello che mi pare. Qui mi fermo a bere un cappuccio. Qui guardo sta via di souvenir. Qui mi siedo. Qui riparto. Magari non vedro´ nemmeno dove sono il palazzo reale o il museo. Ma chissenefrega. Vivo la citta´. La vivo con i miei ritmi e per come mi pare di fare il turista e lo skazzato.
Quest volta va bene cosi´. A Legnano non sarei stato meglio. Di sicuro non avevo calcolato l´impatto devastante dell´arrivo. Ma pazienza.

Concludo con alcuni ringraziamenti: per chi soffre di diabete e´ meglio fermarsi qui.
...
Ok.
Grazie a tutti quelli che rispondono ai miei sms quando mi fermo a guardare chi gira, e do ascolto a cuore e schiena. A Sergio, a Sam, a Smooo´ (e alla Steph che prima o poi si svegliera´ e guardera´ il cellulare :) che mi ricordano di essere qualcosa, anche minimo, nella vita di qualcuno. Grazie di essere dei riferimenti in un momento del genere.
Grazie anche ai miei, che non mancano di preoccuparsi per me quando sono lontano.

3 commenti:

Sergio Cusinato ha detto...

Vai tranquillo, gli amici ci sono anche per queste cose e ricordati di trovarmi il gadget dei Frolunda Indians.. ma se non trovi niente, va bene lo stesso, l'importante e che "ti" riporti più forte e combattivo di quando sei partito...

Rampo ha detto...

Piaciuta la shirt? ;)

Sergio Cusinato ha detto...

Cerrto che si!!!! Se vuoi ti elenco i 25 giganti del ghiaccio svedesi dell'ultima edizione iridata?! Scherzo naturalmente.. il giallo è comunque il colore preferito da Samuel e quindi, non potevi scegliere di meglio..;)