domenica 9 agosto 2009

Play it again, Sam.

E' ripresa la consueta smania estiva dell"estendo il mio repertorio da spiaggia" con la chitarra acustica. Suonare e' la cosa che in assoluto, da sempre, mi distrae di piu' dai miei pensieri.
Sara' che senno' perdo il tempo del cambio dell'accordo, oppure che senno' non mi riesce di trovare la nota del cantato, neanche per approssimazioni successive, o che comunque il suonare (in generale) mi da' sensazioni raggiungibili difficilmente altrimenti, pero' funziona.
Per pochi brevi istanti ci sono solo io, la mia Ibanez blu (o il basso o il trombone), e il piede che batte un tempo che e' dritto forse solo nella mia testa.
Il problema e' mettersi li'. Incominciare. E stasera non ce ne e'. Non ne ho voglia.

In questa Estate strana sono gia' a tre pezzi nuovi, e sto preparando il quarto. Pero' Africa dei Toto ha un paio di cambi noiosi da interpretare: e non ho voglia di impegnarmi. Potrei volermi divertire, alle strette (la parte razionale di me opera molto cosi' in questo periodo: tiene in riga la parte irrazionale in cambio di birra e sigarette). Ma non impegnare.

Strano perche' ieri mi sono armato di ventilatorino anche per lo studio: per non grondare sulle ottave troppo alte, in questa prova di arte che non e' mia, nonostante tante ore di abnegazione.

Ma niente. Magari cerco qualcosa di piu' facile, a livello della penultima speedy gonzales. Ma per ora scrivere per il blog, sul Satellite dualcore nuovo di pacca, regalo di ieri dei miei(...), mi pesa di meno. E siccome devo cercare di ridurre la zavorra, ed oggi mi sono gia' costretto ad incominciare con l'xbox il tentativo
di chiudere il primo livello di ninjia gaiden II (grazie p.r., parte razionale, poi mi sono divertito! l'idea di farlo con i carmina burana sparati dallo stereo e' stata uno sballone cosmico!), adesso assecondo un po' la mia voglia di fare niente, e semmai di scriverlo qui, per i posteri e per questo diario che forse un giorno rileggero' con qualche sorriso piu' convinto.

NB il Narciso di Caravaggio e' per dire che quello che e' Arte si sa ben distinguere da quello che e' fare una buca nel terreno.

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