Ho comprato a 6enovantanove una compilation che si chiama "Groove". Da cestone. Con qualche pezzo buono, tra gironi di basso infernali, rnb, e qualcosa di orecchiabile. E con molto, ma molto, di ricestinabile. E' fatta da due CD. Ho pensato che ne avrei fatta una selezione, tra tanti pezzi insignificanti, e ne avrei sintetizzato il tutto in un solo CD. Poi mi sono ricordato che avevo fatto qualcosa del genere per i 4 CD della migliore disco anni 70. E che non avevo praticamente mai riascoltato nulla di quel lavoro.
Cosi' mi viene in mente, pour parler, che e' inutile estrarre qualcosa di buono tra qualcosa di buono e di non buono e di schifoide.
Anzi forse si apprezza il buono proprio per confronto con cio' che buono non e'.
E ho pensato che questa potesse essere una metafora della vita. Almeno della mia.
E mi sono posto, al solito, molte domande.
E tutte al solito, sono senza risposta.
Tant'e'.
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4 commenti:
Altrimenti dove sarebbe il divertimento??...
Gia'! Bah...
..mhhh...si ma ci vogliono le dovute proporzioni...il buono deve essere maggiore o uguale al non buono...sennò il gioco non vale la candela ...:-)
Si boh. Diciamo che il sapere che strada prendere per migliorare secondo me e' un ottimo inizio. Ma poi e' tutta salita, in solitaria. Vedremo. Un salutone Paola!
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