venerdì 19 novembre 2010

Delle buone idee? Magari.

Partiamo di qui:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/17/se-si-chiede-qual-e-il-carattere-distintivo/76635/

Vi si propone, tra le altre osservazioni piu' o meno condivisibili su uguaglianza e liberta', di aiutare con un prestito garantito dalla agenzia delle entrate gli studenti universitari, per favorire, per invogliare a frequentare l'universita'.

Mi sono chiesto allora perche' non si potesse parlare di istruzione superiore gratuita: a Cuba credo che piu' del 20% del PIL venga dedicato anche nei momenti di crisi all'istruzione superiore gratuita.
E mi sono dato un paio di risposte: Cuba non puo' essere un modello per noi democratici (inzomma...) perche' qui i nemici del popoli mica vengono incarcerati! Giusto, non sia mai che un'idea buona possa essere presa anche in un sistema che non piace. Sarebbe disdicevole, come se la Cina giocasse a Basket.
E poi non e' nella nostra cultura globalista ed europeista, regalare i servizi. Peccato che in Svezia l'istruzione superiore sia gratuita. Sara' che la' pagano le tasse? Maledetti bastiancontrari.

So che mi piacerebbe un sacco anche andare oltre. Pagare chi studia.
Folle. Un bel mensile a chi sostiene gli esami ogni semestre: hai piu' di trentacinque anni e sei rimasto disoccupato? Invece di foraggiare anni di cassaintegrazione, ti pago se studi.
Faccio un favore a te e a me insieme, no?

Io non so. Argomentare che un popolo colto, di panettieri e parrucchieri laureati, e' un popolo piu' civile, rispettoso, pronto al rilancio in tutti i sensi, migliore, mi e' risultato difficile in piu' di un'occasione. Mi e' stato obbiettato che servono anche i panettieri, come a dire che un laureato non potra' mai fare il panettiere. Che si studia per elevarsi socialmente, non culturalmente. Che se fossero tutti laureati si perderebbero le professioni. Al contrario. Dico io: ci sarebbe davvero maggiore uguaglianza e piu' capacita' di non farsi raggirare, piegare, da chi nella vita qualche possibilita' in piu' la ha avuta. Vogliono essere liberali e poi hanno la casta degli avvocati che sanno di legge, dei commercialisti che sanno farti la dichiarazione dei redditi e, i piu' smaliziati, sanno fare eludere il fisco (se non costruire imperi sugli effetti moltiplicativi delle finanze, senza aver mai prodotto nemmeno un bullone), dei notai, dei politici, degli amministratori, dei presidenti, dei geometri, dei costruttori, degli agenti di commercio. Dei giornalisti.
Ed e' davvero un elenco lunghissimo. Da piallare, per rendere queste piramidi chiuse, dei cerchi aperti.

Meglio la differenza? Meglio le caste? Meglio che lo studio sia l'ambizione ad alimentare questa differenza? Per poter scavalcare il muretto e trovarsi dalla parte giusta?

Boh. Pochi dubbi, ma confusi.

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