sabato 6 febbraio 2010

Dell'omologazione

Due parole sull'omologazione. Se ti dicono di metterti un uniforme, una tutina blu, di avere la macchina che hanno tutti e te lo dicono da governanti, allora urli alla repressione della liberta' individuale.
Se ti dicono di indossare i liu jo, che sollevano le chiappe, di guidare la nuova punto, con nuovi motori benzina e diesel jtd, ma te lo dicono da pubblicitari, allora pensi alla fortuna di poterti allineare felice e sorridente.
Trovo in questo meccanismo perverso qualcosa che non capisco. Cioe' la differenza tra imporre e sedurre, fare leva sul bisogno di adeguatezza, e' macroscopica. Ai morsetti di chi riceve il messaggio, l'offerta di essere uguale per non essere inferiore e' catchy, il comando di essere uguale per non essere superiore, invece e' odioso.
Mmmm. Provo a fare della psicologia spicciola. Pero' mi sembra un meccanismo per convincere dei bambini, non una societa' adulta. Forse esagero. E forse pero' non sono lontano dal centrare l'obbiettivo.
Io l'immagino, uno stuolo di pubblicitari intorno ad un tavolone, in maniche di camicia e tailleurini che cercano di capire come convincere il popolo senza fargli capire che la loro necessita' di vendere non dovra' mai essere vissuta come imposizione.
Cosi' ci vedo un calcolo enorme, dietro ai sorrisi, ai salti, agli effetti speciali, alle promesse della tv. E trovo che sia molto piu' viscido di un'imposizione aperta, odiosa in se' stessa come tale. E' una seduzione vera e propria del consumatore che viene attirato invece che spinto.
La risultante pero' e' la stessa.
Forse i pubblicitari leggono Machiavelli, hanno il principe sul comodino, accanto alla sveglia e agli occhiali.
O forse in un mondo di furbi, sono davvero piu' furbi. Ma.

5 commenti:

sergio ha detto...

O forse più semplicemente, l'uomo accetta con più serenità l'imposizione sculettante della pubblicità..

JJ ha detto...

Bello Rampo rileggerti dalle mie parti :-)))

Basta comunque vedere le nostre reazioni di fronte a Charlize Theron che spogliandosi esclama 'c'est ca que j'adore' rispetto a quando il ministro di turno mi impone che questo o quel sito rappresentano un pericolo per la democrazia...

Tra publicitario, consumatore e politico comunque mi accontenterei di fare il consumatore etico e felice - possibilmente guadagnando la mia vita facendo il fotografo ... per la Charlize sopracitata ...

Enjoy,
JJ

pdepmcp ha detto...

mi sento il più fesso del gruppo, ma non vedo il nesso.

dico tra il dire questo lo fai e questo no (legge che impone) e nel caso lo fai così (elemento omologante), e il convincere questo lo fai così mentre altri cercano di dirti che lo fai cosà (scontro pubblicitario).

Vedrei il paragone se le macchine disponibili non fossero 100, ma 1 e qualcuno cercasse di convincerti a comprare quella se ne hai bisogno (come se avessi scelta).

Non mi sento omologato agli altri tuoi lettori perché ti leggo, perché dovrei sentirmi omologato se ho pensato che la stessa macchina fosse quella migliore per le esigenze di famiglia?

E tornando all'inizio del post sono a favore delle divise come elemento di riconoscimento dei ruoli o elementi di sicurezza, senza vederle omologanti.

Non ci arrivo.

Rampo ha detto...

Non ho capito... Siamo pari... :PPP

Paola ha detto...

caro Rampo....sonno assolutamente sulla tua lunghezza d'onda...il fatto è che come sempre secondo me fa fatica usare le celluline grigie ...quelle poche che sembrano rimaste nei cervellini di tanti...