giovedì 4 febbraio 2010

Ar E es p-e-c-t (Aretha)

Mi chiedo se il rispetto e' una forma di intuizione, oltre alla sottile linea che separa l'intelligenza dal genio. Mi chiedo se usare il linguaggio appropriato (e' un assoluto: esistono gli assoluti?!), i toni appropriati a prescindere dalla situazione, dal contesto, dal nervoso, sia possibile anche per quegli illuminati nevrotici incapaci di dominare panico, ansia, perfino perfidia. E mi viene da rispondermi che il rispetto non e' nella parte calcolatrice del cervello, e' nella parte della sensibilita', dove l'educazione fa presa a prescindere dal tornaconto, dove si considerano davvero le persone come tali, a prescindere dalla loro utilita'.
Nella parte del calcolo e' stronz@ggine, a mio avviso, o piu' elegantemente, ipocrisia, falsita'.
Cosi', girovagando, tra i miei pensieri, sorrido della deficienza di chi pensa di poter trattare il prossimo come pezze da piedi. Nel senso di mancanza. Di cuore? Di anima? Boh, almeno di meta' dell'umanita' che avrebbero bisogno per essere alla pari di quell'umanita' di cui si sentono superiori.
E il gioco di parole, oltrettutto, mi allarga il sorriso.

3 commenti:

JJ ha detto...

nel momento che scrivo ... 0 commenti.

Cosa si puo' aggiungere? Che ti conviene aggiungere la parola segreta per poter commentare, almeno ti risparmi la publicita' di NZB Downloads o le intrusioni di fantomatici studenti interessti dall'autocritica ed i rapporti cromatici di pdepmcp :-)
Salvaguarda almeno il rispetto e la dignita' di questo post... mi ha fatto sorridere - perla rara.

Enjoy,
JJ

sergio ha detto...

Oh! Allora! E poi dici che di ciò che ho scritto io non hai capito un acca?
Figurati io!!!
Comunque, non è un fumble.. ne ho la certezza!

Rampo ha detto...

:) GRAZIE MILLE!